Il contenuto di una pagina, il contenuto testuale (paragrafi, titoli) è uno degli aspetti fondamentali per la SEO. Content is the king!
Il motore di ricerca valuterà, (insieme ad altri segnali che la pagina e il suo codice html contengono), il contenuto della pagina web e ne trarrà alcune conclusioni molto importante che andranno ad influenzare il posizionamento della pagina nella SERP (risultati della ricerca) per determinate parole chiave (ricerca dell’utente).
Anche per questo è nata la professione del SEO COPY, un professionista del web che si occupa di scrivere i contenuti di un blog o di un sito web, pensando anche ai motori di ricerca. Non a caso ho scritto pensando ANCHE ai motori di ricerca. Questo perchè resta fondamentale il consiglio di scrivere SEMPRE per gli utenti, così facendo, anche i motori di ricerca troveranno il testo interessante e lo premieranno nelle SERP.
Che cosa sono le stop words?
Tutte le parole che scriviamo in un articolo hanno la stessa rilevanza? Che cosa sono le così dette stop words e come vengono valutate dal motore di ricerca?
Tutte le lingue hanno del mondo, hanno nel loro vocabolario, una serie di parole molto utilizzate, molto comuni, generiche ed accessorie rispetto alle parole principali del vocabolario stesso: un esempio pratico sono gli articoli (il, la, a ecc) e le congiunzioni, le preposizioni. Termini che non aggiungono significato al contenuto testuale.
Per i motori di ricerca queste sono le stop words.
Poiché i motori di ricerca hanno come scopo quello di valutare al meglio i testi che trovano nelle pagine, gli spider che scansionano la pagina web per poterla classificare sulla base degli argomenti che tratta e che affronta, devono essere istruiti a considerare (o forse ad ignorare) questa tipologia di parole che non influiscono sul significato dei paragrafi e dei contenuti testuali.
Prendiamo ad esempio una pagina che tratta della possibilità di ospitare animali in un albergo.
Il motore di ricerca analizzando il contenuto verificherà quali sono le “stop words” e considererà invece le parole che sono significative per la pagina e che danno il significato ai contenuti, ignorando o dando molta ma molta meno rilevanza agli articoli, alle congiunzioni, alle preposizioni, per non sprecare energia con “contenuti” che NON sono rilevanti per l’utente, potrebbe anche ignorare queste “stop words”.
Quali sono le stop words, esiste una lista precisa di queste parole?
L’elenco esatto delle stop words varia da motore di ricerca a motore di ricerca, non è detto quindi che ci sia un elenco di stop words valido per tutti i motori di ricerca del mondo. Non solo, almeno al momento, non è un elenco di pubblico dominio al 100%, anche perché probabilmente è un elenco in continuo aggiornamento.
Nonostante questo, basta una semplice ricerca su Google.it per trovare tantissimi post ed articoli che fanno liste di stop words a partire dalle caratteristiche linguistiche della lingua italiana. Prova tu stesso a verificare quanto sto scrivendo facendo una semplice ricerca su google 😉
Queste liste di STOP WORDS che possiamo reperire in rete si basano sui tanti software di analisi semantica delle pagine, sui brevetti che Google ha via via depositato in questi anni ed ovviamente sull’esperienza diretta dei professionisti e delle agenzie SEO, sono liste che escludono parole, avverbi che non sono rilevanti nella nostra lingua.
Le stop words influenzano il posizionamento delle pagine, le ricerche degli utenti e quindi la SEO?
Premettiamo che solo gli ingegneri di google (e neanche tutti probabilmente) sanno come funziona perfettamente ed esattamente il motore di ricerca. Questo perchè, gli algoritmi che determinano il posizionamento dei siti internet ad esempio su Google.it sono, almeno in parte, segreti, quindi i SEO si basano su cosa Google dichiara pubblicamente, da quello che rilascia a livello di “documentazione e best practice”, da cosa deposita a livello di brevetti, e sull’esperienza sul campo.
Se il principio delle stop words venisse applicate in modo rigido, esse in teoria non dovrebbero influenzare le ricerche.
In realtà, come potete verificare anche in autonomia, non è proprio così.
Alcune ricerche sono identiche (che si usino o meno stop words nelle parole ricercate), altre invece variano.
Si può quindi affermare che, forse, molto dipende dalla ricerca dell’utente (l’utente è sempre al centro della SEO, non scordiamolo).
In generale possiamo dire che il peso assegnato alle stop words è infinitamente più bassa rispetto alle “parole normali” che servono a chiarire e definire un determinato concetto in un contenuto testuale.
Come deve comportarsi con le stop words chi si occupa di contenuti per il web (seo copywriting)?
Chi scrive per il web, dovrà controllare se le ricerche degli utenti in maggioranza includono o meno le stopwords per capire se sul motore di ricerca ci siano delle differenze sostanziali tra le ricerche di cui tenere conto. Molto dipenderà dalla query di ricerca analizzata, alcune includendo le stop words potrebbero avere differenze, altre potrebbero essere identiche.
Potete fare delle prove empiriche, andando a ricercare delle query sui motori di ricerca con “stop words” e le stesse query senza stop words, andando a visualizzare se sussistono differenze nei risultati trovati dal motore di ricerca e nelle SERP, probabilmente qualche differenza ci sarà sempre, sta al seo copy valutare, andando a guardare con attenzione anche i volumi di ricerca (quante persone cercano quella determinata parola chiave) se includere o meno nel suo articolo (o in generale nel suo contenuto), per esempio nel titolo della pagina, le stop words o meno.
A mio giudizio google è più intelligente di quanto molti SEO pensano, e quindi non penso proprio che si limiti ad ignorare del tutto le stop words come faceva qualche anno fa, semplicemente valuterà query per query, ricerca per ricerca il peso da assegnare ad ogni singola parola e sicuramente se potessimo fare delle analisi su milioni di pagine e milioni di ricerche degli utenti emergerebbe che il peso assegnato alle così dette stop words è molto minore rispetto alle “parole normali”. L’importante è sempre SCRIVERE PER L’UTENTE, quindi privilegiando la chiarezza del contenuto! Torniamo all’inizio dell’articolo, content is the king!