Per definire il buon imprenditore cerchiamo prima di accordarci sulla definizione di imprenditore.
Leader, boss, imprenditore, titolare, CEO, impresario, direttore, amministratore…ci sono molti appellativi che generano nella mente di chi li ascolta una concezione diversa di imprenditore ma a livello economica/giuridico la definizione di imprenditore è “chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi” (art. 2082)
Questa attività economica organizzata, meglio definita come impresa, deve possedere dei requisiti, ossia:
- l’attività produttiva,
- l’organizzazione,
- l’economicità,
- la professionalità.
Questi requisiti definiscono un po’ meglio un imprenditore rispetto ad un altro in quanto, in particolare l’economicità, restringe molto il campo di ciò che comunemente viene definito “imprenditore”.
L’economicità è una caratteristica della buona impresa
“L’economicità è la capacità dell’azienda di perdurare massimizzando l’utilità delle risorse impiegate e dipende congiuntamente dalle performance aziendali e dal rispetto delle condizioni di equilibrio che consentono il funzionamento delle aziende.” Fonte: Wikipedia
Quindi per essere definiti imprenditori non basta aprire legalmente azienda ma è necessario creare un’azienda capace di perdurare nel tempo. Questo, a mio avviso, è un aspetto alquando cruciale in quanto elimina dalla definizione tutte quelle organizzazioni che mirano solo a massimizzare i profitti in un’ottica di breve periodo e che, di conseguenza, non possiamo definire imprese con un imprenditore.
…e se ci pensate solo un attimo ve ne verranno in mente davvero molte…
Adesso che abbiamo definito l’imprenditore come colui che organizza delle risorse creando un’impresa capace di perdurare nel tempo, spingiamoci oltre e veniamo al topic di questo articolo.
Ma tu, che tipo di imprenditore vuoi essere?
Probabilmente se sei un imprenditore o desideri diventarlo hai dentro qualcosa che ti spinge a creare, a migliorare, a lasciare un piccolo o grande segno nella tua realtà.
Quindi la domanda che ti faccio è: che segno vuoi lasciare? Come vuoi essere ricordato?
Persona di successo? Ricco? Despota? Una persona con cui era piacevole lavorare? Colui che ha creato l’oggetto X? Un imprenditore affermato? o disprezzato?
Ogni risposta che darete avrà il vostro senso e le vostre motivazioni ma fatemi dire la mia.
Chi è il buon imprenditore?
Premettendo che, ovviamente, questa è solo la mia personale opinione, la speranza è di trovare molti di voi che la pensano come me.
Il buon imprenditore è colui che pensa alle persone!
Pensa alle persone interne all’azienda, suoi dipendenti o collaboratori, e alle persone esterne all’azienda ossia alla comunità nel suo complesso e all’impatto che la propria azienda avrà su di essa.
Quindi il buon imprenditore non è solo colui che è affermato, di successo, e fa una marea di profitti bensì colui che li fa in modo socialmente etico, che tratta le persone come tali e non come “un target”, una “risorsa da sfruttare” o come “numeri”.
Fare l’imprenditore, potremmo dire, etico (vedi anche: il web marketing etico) non prescinde dal fare guadagno e dal fare utili bensì penso che fare utili non possa prescindere dal farlo in modo responsabile o, come direbbe la giurisprudenza, con la “diligenza del buon padre di famiglia”.
L’imprenditore ha una responsabilità sociale in quanto dà lavoro a persone e sposta capitali, risorse e crea comunità. Un buon imprenditore deve tenere conto di tutto questo.
Concludendo, non voglio caricare la figura imprenditoriale di responsabilità più grandi di quelle che ha già, ma vorrei che ogni imprenditore riflettesse sulle conseguenze delle proprie scelte non solo sotto il profilo economico.
Detto questo, l’imprenditore, in quanto essere umano, è pur sempre un essere fallibile, ma già riflettere su questi argomenti lo pone un passettino più vicino all’essere un buon imprenditore. E un buon imprenditore, si merita un applauso!