Email marketing: come si fa a non finire nello spam?
Banale a dirsi? Non proprio perché questo vorrebbe dire inviare comunicazioni a clienti o potenziali tali solo se sappiamo che sono realmente interessati.
Supponendo di rispettare la prima ed essenziale regola può capitare ugualmente di poter finire nella cartella della posta indesiderata, questo vanifica il nostro lavoro di email marketing.
Una semplice accortezza per diminuire le probabilità di finire nella posta indesiderata è quella non usare termini e simboli sbagliati, a cominciare dall’oggetto.
In un articolo di Infomail, una delle principali aziende italiane che si occupano di email marketing, vengono indicate 10 parole da non usare mai nell’oggetto:
Questo è l’elenco fornito:
- Gratis, free, omaggio, regalo e simili
- Punti esclamativi o punti interrogativi in successione
- Grandissima, furbissima, intelligentissima, offertissima e tutti gli altri superlativi assoluti
- Termini medici
- Vocaboli legati ai giochi on line, al guadagno on line o le parole trading e forex
- Simboli come &, $, / #
- Parole dentro le parentesi quadre [ ]
- Parole come warning
- Espressioni come “Comunicazione importante”
- Troppi numeri all’interno di un testo stringato
- La regola che ci permettiamo di aggiungere, e della quale parliamo spesso ai nostri corsi, è il “buon senso”
Una attività di email marketing funziona se si seguono sicuramente tutte le regole e le norme ma soprattutto se la nostra comunicazione risponde alla domanda “tu l’apriresti?”.
Superato il problema dello spam è infatti importante riuscire a far aprire la nostra comunicazione.
L’email marketing funziona? I dati di MailUp dicono di si quindi cerchiamo di non commettere errori come quelli riportati nell’elenco oggetto di questo articolo.